Big Bench in Umbria: ammirare la vita da un’altra prospettiva

Le tanto discusse e amate “Panchine Giganti” sono arrivate anche in Umbria con cinque installazioni rispettivamente a Colle Umberto, Città di Castello, Bevagna, Preci e Montefalco.

Ma cosa sono esattamente le Big Bench?

“’Da te, gli uomini’, disse il Piccolo Principe, ‘coltivano cinquemila rose nello stesso giardino… e non trovano quello che cercano… E tuttavia quello che cercano potrebbe essere trovato in una sola rosa o in un po’ d’acqua… Ma gli occhi sono ciechi. Bisogna cercare col cuore’.”– dal Piccolo Principe

Le Big Bench sono delle installazioni, delle opere d’arte che incontrano l’uomo, ideate e progettate dall’architetto americano Chris Bangle e sua moglie Catherine.
Panchine Giganti su cui è possibile salire ammirando il panorama da un’altra prospettiva, sentendosi bambini di fronte all’immensità della bellezza che la vita offre quotidianamente e che forse, presi dai ritmi del quotidiano, dimentichiamo. Le Big Bench, un po’ come il Piccolo Principe, ci ricordano che forse tutto quello di cui abbiamo bisogno ci sembra lontano, grande, difficile, se solo ricordassimo di guardare con il cuore.

Ma vediamo nello specifico come nascono
Nascono nel 2010 quando il sopracitato archetto e designer Chris Bangle, trasferitosi nelle Langhe, in Piemonte, decise di realizzare la prima panchina fuori scala a Clavesana.
Dall’entusiasmo di molti, ne conseguì un progetto nato senza scopro di lucro e senza finanziamenti pubblici, volto non solo a far incontrare l’arte, la natura e l’uomo, ma anche un concetto di turismo ecosostenibile, installando le Big Bench in borghi piccoli o poco conosciuti, favorendo un flusso di curiosità e turismo, sostenendo le eccellenze artigianali e le comunità locali.

Attualmente le panchine costruite sono 273 e 66 in costruzione, e la Big Bench Community Project è divenuta una Fondazione no profit e senza scopo di lucro con la volontà, non solo di espandere l’idea dell Big Bench come progetto legato al turismo, al territorio e alla natura, finanche di devolvere in beneficenza i proventi derivanti da azioni di marketing e promozionali ai comuni in cui sorgono le Grandi Panchine, con una particolare attenzione alle scuole o alle istituzioni culturali. I luoghi di preferenza per far sorgere queste opere d’arte moderna accessibile a tutti e condivisibile da tutti, sono punti panoramici, completamente immersi nel verde, tra campi di lavanda, vigneti e oliveti.

Chi può costruirle
Naturalmente le Big Bench sono coperte da copyright ma il Designer Chris fornisce gratuitamente il progetto e le modalità di realizzazione dell’installazione dopo aver fatto richiesta, presentando il luogo dove si pensa di far nascere la Grande Panchina, realizzata senza fondi pubblici ma con donazioni volontarie, a patto che vi si rispetti la natura, le comunità locali e siano soprattutto fonte i sostenibilità e scambio culturale e relazionale. Anche il colore viene progettato a seconda del luogo, in modo da avere un’installazione che sia tutt’uno così la natura, in completa armonia.

Passaporto del Turista Panchinista
Le Big Bench sono un fenomeno in continua espansione, dal Piemonte sono arrivate in quasi tutta l’Italia e con alcune installazioni anche all’estero. Ciò spiega il sentimento collettivo che si è sprigionato alla ricerca delle Panchine e soprattutto dei paesaggi mozzafiato: da qui l’esigenza di creare un “Passaporto” che viene timbrato ogni volta che il turista “Panchinista” scopre, vive e condivide l’esperienza della Grande Panchina.
Tutte le panchine sono naturalmente segnalate sul sito ufficiale o tramite apposita App gratuita.

Le Big Bench in Umbria
Un momento per sé, ma anche da condividere, per ammirare il paesaggio, ascoltare la natura, vivere un’esperienza seduto su una Panchina Gigante.
Le due Big Bench installate in Umbria, tra campagne e oliveti secolari, rappresentano, insieme a tutte le altre installate in giro per l’Italia, un vero e proprio motore turistico di qualità e simbolo di eccellenze paesaggistiche, artigianali, enogastronomiche e culturali.