Cosa fare in Umbria in Luglio? Te lo dice UmbriaSì

Luglio in Umbria: Festival Musicali, Natura e Relax

L’Umbria, cuore verde d’Italia, in luglio si trasforma in un’oasi di musica e serenità. I suoi celebri festival musicali regalano esperienze uniche, perfettamente abbinabili a una vacanza immersa nella natura e nel relax.

Ecco le nostre tre tips su cosa fare in Umbria in Luglio

Lasciati incantare dai festival musicali

Luglio è il momento perfetto per godere dei festival più iconici dell’Umbria, come l’Umbria Jazz a Perugia, che porta artisti di fama internazionale nelle piazze e nei teatri storici della città. Se preferisci la musica classica o le contaminazioni tra generi, il Festival dei Due Mondi di Spoleto ti conquisterà con concerti, opere e spettacoli immersi nella bellezza artistica del luogo.

Rilassati tra colline e panorami verdi

Dopo una serata tra le emozioni della musica, concediti momenti di puro relax nella natura. Passeggia tra le dolci colline umbre, goditi un picnic sulle rive del Lago Trasimeno, oppure scegli un agriturismo con piscina dove ricaricare le energie, circondato da uliveti e vigneti.

Scopri l’Umbria al tuo ritmo

Tra un evento e l’altro, esplora i borghi autentici come Assisi, Spello o Gubbio, dove il tempo sembra essersi fermato. Per un’esperienza davvero rigenerante, partecipa a un trekking leggero nei Monti Sibillini o visita le suggestive Cascate delle Marmore, perfette per immergersi in una natura fresca e rigenerante.

In Umbria, luglio è il mese perfetto per coniugare la passione per la musica con la voglia di relax e contatto con la natura. Scegli questa terra unica e lasciati avvolgere dall’armonia di suoni, paesaggi e tradizioni.

💚 Ti Aspettiamo in Umbria 💚

Le Merlettaie del pizzo d’Irlanda dell’Isola Maggiore

All’inizio del Novecento, la marchesa Elena Guglielmi portò sull’Isola Maggiore nel lago Trasimeno la tecnica di lavorazione del merletto a punto Irlanda, ispirata alle tradizioni nate nei monasteri irlandesi alla fine del XIX secolo, secondo l’antica arte dei merletti di Venezia.

Invece di essere realizzato con ago e fuselli, la particolarità di questo merletto viene creato a uncinetto utilizzando un filato estremamente sottile. La lungimiranza della Marchesa, fu anche quella di portare da Torino, un’insegnante che potesse trasmettere l’arte del merletto a quella che fu poi la prima maestra isolana, Elvira Tosetti, alla quale fu affidata anche la fondazione e la direzione della scuola di merletto sull’isola per le giovani donne, figlie di pescatori, che sino ad allora svolgevano varie attività durante il giorno senza però percepire alcun pagamento. La scuola diede loro la possibilità e l’opportunità di ricevere una formazione professionale, imparando diverse tecniche per la creazione di tovaglie, lenzuola, vestiti, fazzolettini, guanti etc, una certa indipendenza economica (nel primo anno il loro guadagno fu di circa 390 lire, il secondo anno di circa 2300 lire) e consentire loro di contribuire alle spese familiari.

Le si vedevano sedute sull’uscio di casa dedite all’uncinetto e alle confezioni di trine. Queste fanciulle e le loro creazioni divennero ben presto stimane dalle nobil donne, clienti abituali della scuola.

Ben presto, i manufatti vennero esposti alla mostra mercato permanente delle Arti Decorative Italiane di Perugia e i campionari inviati alle Industrie Femminili Italiane di Roma, per essere venduti poi in tutta Italia e all’estero. Le trine d’Irlanda dell’Isola Maggiore divennero famose e molto apprezzate e richieste dal settore dell’alta moda, contribuendo positivamente all’economia dell’isola, specialmente in periodi di crisi della pesca.

In seguito, negli anni Trenta, con il cambio dello stile della moda e con le influenze che cominciarono ad arrivare dall’America, il merletto d’Irlanda non fu più di moda e la scuola fu costretta a chiudere.
Le donne isolane, continuarono a lavorare il merletto per il proprio corredo personale e come eredità.

Nel 1963, l‘isolana Maria Vittoria Semolesti riavviò l’attività fondando una cooperativa di merlettaie per la vendita del merletto d’Irlanda. Anche se la cooperativa chiuse nel 1975, le merlettaie continuarono a lavorare individualmente. È così che via Guglielmi, con le sue merlettaie, divenne una delle attrazioni dell’isola, attirando turisti che ammiravano il processo di creazione delle trine. Ancora oggi, è possibile trovare qualche merlettaia che lavora sull’uscio di casa.

Le ultime merlettaie dell’Isola Maggiore, tutte discendenti dalla scuola di Maria Vittoria Semolesti, operano ancora oggi. Nel centro dell’isola, nel palazzo che un tempo ospitava la confraternita di Santa Maria dei Disciplinati, è stato istituito il Museo del Merletto, che espone i lavori realizzati dalle donne dell’Isola Maggiore dal 1904 alla fine del XX secolo.

La Cascata delle Marmore

La Cascata delle Marmore, formata dal Velino e dal Nera, affluenti del Tevere, è una delle attrazioni naturalistiche più visitata in Umbria, benché sia una cascata artificiale, ha origini antichissime che risalgono già all’epoca romana, nel 271 a.C: è in questa data che il console romano Manio Curio Dentato con un ingegnoso intervento idraulico, fece costruire un canale al fine di far defluire le acque che stagnavano del Velino nella Sabina (pianura reatina), pericolose per la popolazione vicina, verso il fiume Nera. L’intervento fu cosi chiamato e conosciuto nel tempo come “Cavo Curiano”.
Altri interventi fatti per contrastare gli allagamenti nei periodi di piena dei fiumi risalgono al 1422, a cura dell’ingegnere Aristotile Fioravanti e affidati da Braccio Fortebraccio da Montone. In quest’occasione fu realizzato un nuovo canale chiamato “reatino”. Altri interventi risalgono nel 1547 da Antonio Da Sangallo, su commissione di Papa Paolo III con la costruzione di un terzo canale. Nel 1601 l’architetto Giovanni Fontana realizzò il canale “clementino” in onore di Papa Clemente III. Infine nel 1787 l’architetto Andrea Vici fece l’ultimo intervento che consegnò alla Cascata delle Marmore l’aspetto attuale.

Ad oggi la Cascata delle Marmore risulta la più alta cascata artificiale d’Europa.

CURIOSITÀ

  • Il nome deriva dalla ricchezza di carbonato di calcio sulle rocce che ricorda il marmo bianco.
  • Oggi la Cascata non è solo un’importante attrazione turistica e naturalistica per la ricchezza di flora e fauna, dalle alghe, muschi, felci, insetti, pesci, rettili, uccelli e piccoli mammiferi, ma è anche utilizzata per la produzione idroelettrica.
  • La Cascata non è sempre aperta a pieno regime (Attenti agli orari di apertura così da non perdere questo affascinante momento!!), e questo permette di ammirare la bellezza e la ricchezza della vegetazione che si mostra quando il flusso d’acqua della cascata è chiusa. La sua apertura viene annunciata attraverso un segnale acustico. Meravigliosa la vista dell’acqua che si getta con forza e crea, nelle giornate di sole, un meraviglioso arcobaleno. È possibile accedere alla Cascate sia dal Belvedere superiore sia dal Belvedere inferiore.
  • La notte le acque della cascata, quando aperte, sono illuminate da un impianto di illuminazioni a led.
  • La bellezza del Parco della Cascate delle Marmore è data anche dal poter ammirare lungo il percorso le grotte che l’acqua ha scavato nei secoli con stalattiti e stalagmiti nel travertino: alcune si possono visitare e la più famosa è la GROTTA DEGLI INNAMORATI

UNA ROMANTICA LEGGENDA

Lo Gnefro, una creatura fatata e leggendaria della cultura popolare umbra, narra la storia della ninfa di nome Nera invaghita del pastore Velino. La dea Giunone, che non accettava un amore tra una ninfa e un essere umano, trasformò la ninfa Nera in un fiume. Velino, credendo che la Ninfa Nera stesse affogando in quelle acque sino ad allora sconosciute, vi si gettò. Giove però, intenerito dal puro amore, trasformò anche il pastore Velino in fiume. Da allora il fiume Nera e fiume Velino poterono stare insieme per l’eternità.

LO SAPEVI CHE

  • Il soprano Gina Palmucci, profondamente innamorata del suo territorio, essendo di origini ternane, scelse come suo nome d’arte Nera Marmora;
  • La Cascata delle Marmore è stata dipinta da diversi pittori e raccontate da importanti letterali come Lord Byron;
  • È presente in molti film come Intervista di Federico Fellini nel 1987, la Sindrome di Stendhal di Dario Argento nel 1996, e ancora in fiction come Don Matteo;
  • Nel 2011 è la location per il concerto con l’orchestra
    “I Filarmonici di Roma” e nel 2012 il concerto per il “Tributo a Sergio Endrigo” di Simone Cristicchi;
  • Nel 2017 è protagonista della campagna pubblicitaria per la promozione del Turismo in Umbria insieme alla ex tuffatrice italiana Tania Cagnotto;
  • A gennaio 2023 è stata la location per la prova in esterna della trasmissione MasterChef.

SCOPRI LA CASCATA DELLE MARMORE

Le Acque dell'Umbria

Gubbio un viaggio nel tempo tra storia, leggende e gusto

Immagina di passeggiare tra vicoli di pietra antica, con il profumo di tartufo che si mescola all’aria fresca di montagna. Gubbio è un tuffo nel passato, un borgo che sembra sospeso nel tempo, pronto a regalarti un’esperienza autentica, tra cultura, panorami mozzafiato e delizie gastronomiche.

La giornata inizia con l’arrivo in Piazza Quaranta Martiri, dove la nostra guida ti accoglierà per svelarti i segreti di questa città unica. Da qui, saliamo verso Piazza Grande, una terrazza sospesa tra cielo e pietra, da cui lo sguardo si perde sulle colline umbre. Visitiamo il maestoso Palazzo dei Consoli, custode delle antichissime Tavole Eugubine, testimonianza della civiltà umbra.

Ma il vero spettacolo lo troviamo ancora più in alto: una corsa in funivia ci porta alla Basilica di Sant’Ubaldo, dove ci aspetta una vista indimenticabile sulla città e la storia del santo patrono di Gubbio, protagonista di tradizioni secolari come la celebre Festa dei Ceri.

A questo punto, l’appetito si fa sentire e non c’è modo migliore di soddisfarlo che con un pranzo tipico in una trattoria storica. Gubbio è la terra della crescia calda, dei primi piatti al tartufo e dei secondi succulenti, magari accompagnati da un calice di vino. Un viaggio nei sapori umbri che non si dimentica facilmente.

Dopo pranzo, la nostra passeggiata ci porta verso la Chiesa di San Francesco, dove si narra della straordinaria amicizia tra il Santo di Assisi e il lupo di Gubbio, una storia che ancora oggi riecheggia tra queste mura sacre. Poi, un po’ di tempo libero: puoi perderti tra le botteghe di artigianato locale, scoprire la ceramica tradizionale eugubina o lasciarti conquistare dai prodotti tipici da portare a casa come souvenir.

Nel tardo pomeriggio, con il cuore colmo di bellezza e le mani forse cariche di prelibatezze, ci salutiamo con la promessa di tornare. Perché Gubbio non è solo una meta, è un’esperienza che resta dentro.

Vuoi scoprire Gubbio in un giorno? Contattaci per un’escursione su misura!

💚 Ti Aspettiamo in Umbria 💚

I dolci di Carnevale in Umbria

L’antico detto latino recita “semel in anno licet insanire – una volta l’anno è lecito impazzire”. 

Le Origini del Carnevale

Il fil rouge che lega il Carnevale, la festa della maschera o del mascheramento per eccellenza, in tutto il mondo pare essere proprio il concetto quanto più lontano da quello che i romani chiamavano mos maiorum, il buon costume, la morale.
Ma prima di arrivare ai romani, facciamo qualche passo indietro.
L’origine del Carnevale risale a be 4000 anni fa con gli egizi e i riti in onore di Iside, Dea della fertilità.
Con i romani , la Festa del Carnevale, viene fatta coincidere con i Lupercali, in onore del Dio Luperco, simbolo della fertilità romana. Il periodo, sia per egizi che per i romani, viene celebrato a fine febbraio.

Tra sacro e profano
Il Carnevale, tra banchetti, feste e maschere, diviene così una sorta di “livella” sociale: un travestimento che nasconde lo status di appartenenza e permette a tutti di mettere da parte la rigidità morale per un giorno.
Con il Cristianesimo, il Carnevale dal latino “carnem levare”, il martedì grasso diviene l’ultimo giorno mangiare carne prima di astenersi dal consumarla durante il periodo della Quaresima ma anche l’ultima occasione per riempirsi la pancia di dolci ricchi di zuccheri!

I dolci di Carnevale in Umbria
 Che sia egizio, romano o cristiano, i “motivi” del Carnevale sono il travestimento (il mascherarsi) e il consumo di cibo, soprattutto dolci!
Vediamo quali sono quelli tipici in Umbria:

  • Le Frappe
    Striscioline di sfoglia dolce a forma di fiocco. Ricoperte di zucchero alchermes o ancora miele, possono essere sia fritte (come da ricetta originale) che nella variante più “light” al forno. Il risultato è in ogni caso una sfoglia croccate, dolce e gustosa.
  • Le Castagnòle
    Il nome deriva proprio dal ricordare delle piccole castagne con la loro forma tondeggiante. L’impasto è composto di farina, uova, zucchero, lievito e un liquore aromatico. Anche questi dolci, come da tradizione, sono fritti facendo particolare attenzione a farli dorare fuori e cuocere ben bene dentro, aiutandoli a restare tondi durante la cottura muovendo la padella in senso rotatorio. Ricoperti poi da zucchero, miele o alchermes.

 

  • Gli Strufoli
    Tradizionali del Perugino, ricordano le castagnole con la differenza di avere una pasta più morbida e sono, diversamente, di dimensioni più grandi. Sono poi ricoperti da dolcissimo miele colante.
  • La Cicerchiata umbra
    Dal nome della Cicerchia umbra, un legume tondeggiante, la cicerchiata è corona di palline dolci e ricoperte di miele.

 

  • La Crescionda spoletina
    Con questo dolce ci spostiamo a Spoleto con la sua Crescionda.
    Originariamente preparata con brodo di gallina, o lo strutto, infatti conosciuta anche come “crescia unta” per essere particolarmente grassa, si aggiungeva poi zucchero, formaggio, cioccolato e pangrattato. O ancora la versione preparata con le mele e frutta secca. Oggi la sua ricetta sposa la modernità utilizzando cioccolato, latte e amaretti. E’, altresì, riconosciuta come Prodotto Agroalimentare Tradizionale Umbro.

Credit foto:

 UmbriaTourism
Antonio Gravante
Forchettiere.it
Ricette “2Amiche in Cucina”

Le leggende di San Valentino

La storia di San Valentino di Terni è avvolta nel mistero e nel folklore, e diverse leggende si sono intrecciate nel corso dei secoli. San Valentino è venerato come patrono degli innamorati e la sua festa, il 14 febbraio, è celebrata in tutto il mondo.

Valentino era un Vescovo cristiano, originario di Terni, morto martire a Roma il 14 febbraio nel 273 d.C.

Fu deposto a Terni nella Basilica dove  ancora oggi si trovano le sue reliquie.

Una delle leggende più conosciute narra che l’Imperatore Claudio II nel III secolo d.C aveva emanato un decreto che vietava i matrimoni per i giovani uomini, credendo che i single fossero migliori soldati. Tuttavia, Valentino disobbedì a questo decreto e continuò a celebrare matrimoni segreti per le giovani coppie.
Quando la sua disobbedienza fu scoperta, Valentino fu arrestato e portato davanti all’Imperatore

Durante il periodo di detenzione, la leggenda narra che Valentino abbia guarito la cecità della figlia del suo carceriere e che, prima della sua esecuzione, avesse scritto una lettera d’addio alla giovane, firmandola con le parole “Dal tuo Valentino“. Questa storia ha contribuito a consolidare l’associazione di San Valentino con l’amore romantico.

Un’altra versione della storia di San Valentino suggerisce che San Valentino potrebbe essere stato martirizzato per aver aiutato i cristiani perseguitati durante il regno di Claudio II.

E ancora una leggenda racconta che Valentino un giorno vide due giovani innamorati litigare e porse loro una rosa invitandoli a mantenerla insieme per farli riconciliare e fece poi volare intorno loro dei piccioni, da qui l’espressione “piccioncini”.

In ogni caso, la figura di San Valentino divenne rapidamente un simbolo di amore e devozione, e la sua festa fu associata all’amore romantico nel corso dei secoli.

Terni la Città dell’Amore e dell’Acciaio

Hai un solo giorno per visitare Terni? Ti daremo più di un motivo per tornare!

Mattina: Arte, storia e sapori

Inizia la giornata con una passeggiata per il centro storico di Terni. Esplora Corso Tacito, tra negozi e caffè, e fai una sosta alla Cattedrale di Santa Maria Assunta, un gioiello architettonico che combina storia e bellezza.

Prosegui verso la Basilica di San Valentino, il patrono degli innamorati. È un luogo perfetto per scoprire un lato romantico e spirituale della città. Tocca la tomba del santo per portarti a casa un po’ di fortuna in amore.

Fermati in una trattoria tipica e lasciati conquistare dai sapori ternati. Prova le ciriole alla ternana, simili agli strangozzi, vengono condite con un sugo semplice di aglio, olio, pomodoro e peperoncino., un piatto di cacciagione o una zuppa di lenticchie di Castelluccio.

Non chiudere mai il pasto senza aver assaggiato il dolce simbolo di Terni, il Pampepato! Un mix di frutta secca (noci, mandorle, nocciole), miele, cioccolato, cannella e pepe, cotto al forno. 

Pomeriggio: Natura e meraviglia

Dopo pranzo, dirigiti verso l’incredibile Cascata delle Marmore, uno degli spettacoli naturali più emozionanti d’Italia. Passeggia tra i sentieri che ti portano a punti panoramici unici e goditi lo spettacolo delle acque che si tuffano da 165 metri. Fatti avvolgere dalla magia degli spruzzi e, se sei fortunato, magari scorgi anche un arcobaleno. Controlla gli orari dell’apertura dell’acqua per non perdere l’effetto wow!

Sera: Relax e tramonto magico

Concludi la giornata con una visita al Lago di Piediluco, a pochi chilometri dalle cascate. Questo lago incantato è perfetto per rilassarsi e ammirare un tramonto da favola. Puoi noleggiare una barchetta o semplicemente passeggiare lungo le rive, immerso nella tranquillità.

Coccolati con una cena in un ristorantino sulle sponde del lago. Prova i piatti di pesce locale, come il persico reale, o una pizza accompagnata da un buon bicchiere di vino. Il riflesso del lago al crepuscolo sarà la ciliegina sulla torta di una giornata indimenticabile.

💚 Ti Aspettiamo in Umbria 💚

Il Torcolo di San Costanzo

Il dolce tipico della tradizione per festeggiare San Costanzo è, appunto, il Torcolo, dietro la quale si celano tante leggende e misteri legati al Santo che rendono ancora oggi questo dolce ricco di fascino e storia.
Si tramanda, infatti, che il torcolo sia a forma di ciambella per ricordare la corona i fiori che su posta sulla corpo del Santo dopo la decapitazione o ancora che il buco rappresenti la testa mozzata del Santo e in ultimo che la sua forma a ciambella rimandi alla corona sfilata dal capo del Santo una volta decapitata. Ecco perché un dolce tempestato da canditi colorati, in ricordo alle pietre preziose della colora! I cinque tagli sulla ciambella sono, invece, riconducibile alle porte di accesso ai cinque rioni del centro storico di Perugia: Porta San Pietro Porta Sole, Porta Eburnea, Porta Susanna, e Porta Sant’Angelo.

Il torcolo di San Costanzo, nonostante la grande importanza che ricopre durante la festa del 29 gennaio, è un dolce che viene oggi gustato in Umbria durante tutto l’anno!

Ma vediamo la Ricetta:

Ingredienti:
600 gr di farina
330 gr di acqua tiepida
170 gr di zucchero
85 gr di olio extravergine d’oliva
1 uovo
85 gr di burro
25 gr di lievito di birra
170 gr di cedro candito
170 gr di uvetta sultanina
170 gr di pinoli
semi di anice a piacere

Procedimento:
Disporre la farina a fontana sulla spianatoia, o in una ciotola, sbriciolare al centro il lievito e cominciare ad impastare con l’acqua tiepida raccogliendo man mano la farina dai bordi. Una volta che l’impasto risulta omogeneo e ben amalgamato, lasciarlo riposare e lievitare per circa 2 ore in un luogo caldo e non umido.
Completata la lievitazione, rovesciare l’impasto (deve raddoppiare) sulla spianatoia allargandola leggermente con il palmo della mano e aggiungere il burro a pezzettini (temperatura ambiente), lo zucchero e l’olio. Una volta amalgamati gli ingredienti, aggiungere il cedro candito a dadini, l’uvetta, i pinoli, anice a piacere. Lavorarla fino a far amalgamar bene tutta la frutta candita e la frutta seca, formare la ciambella e metterla in una tortiera imburrata per farla lievitare circa 3 ore,
Dopo l’ultima lievitazione, spennellare la superficie del Torcolo con tuorlo d’uovo e fare 5 tagli leggeri con la punta del coltello.
Cuocere in forno preriscaldato a  180° per 45 minuti circa.

Abbinamento consigliato: Vernaccia di Cannara o Vinsanto umbro.

Perugia in un giorno: un viaggio tra arte, storia e sapori

Hai solo un giorno per visitare Perugia?

Non preoccuparti: con i nostri consigli, vivrai un’esperienza indimenticabile nel cuore dell’Umbria. Questa città, ricca di storia, arte e tradizioni culinarie, è la destinazione perfetta per una fuga all’insegna della bellezza e del gusto.

Mattina: alla scoperta del centro storico
La tua avventura inizia in Piazza IV Novembre, il centro nevralgico di Perugia. Ammira la magnifica Fontana Maggiore, una delle più belle opere d’arte medievali d’Italia, e la suggestiva Cattedrale di San Lorenzo, con il suo interno ricco di storia e spiritualità. 

Proprio accanto alla Cattedrale nel Chiostro, potrai accedere a Perugia Sotterranea, sarà come fare un vero e proprio viaggio attraverso i secoli. Questa esperienza, poco conosciuti anche dagli stessi perugini, permette di visitare il mondo sommerso della città di Perugia, e apprendere le varie stratificazioni: dagli Etruschi, attraverso i Romani e l’insediamento papale, fino alla attuale conformazione del centro cittadino.

Sempre in Piazza IV Novembre, trovi il maestoso Palazzo dei Priori, che ospita la Galleria Nazionale dell’Umbria. Qui potrai ammirare capolavori di artisti come il Perugino, maestro di Raffaello, e Pinturicchio. Se ami l’arte e la storia, è una tappa imprescindibile.

Pranzo: sapori autentici umbri
Per pranzo, immergiti nella tradizione gastronomica locale. Una trattoria tipica è il luogo ideale per gustare piatti come gli umbricelli al tartufo nero o la torta al testo, una focaccia farcita con salumi e formaggi. Se preferisci qualcosa di più rustico, un tagliere di prodotti locali e un calice di vino ti regaleranno un autentico assaggio dell’Umbria.

Pomeriggio: viaggio tra passato e panorami
Nel pomeriggio, visita la suggestiva Rocca Paolina, una vera città sotterranea costruita nel XVI secolo per volere di Papa Paolo III. Camminare tra i suoi vicoli sotterranei sarà come rivivere la Perugia del Rinascimento.

Poi, passeggia lungo il Corso Vannucci, la via principale della città, piena di negozi, caffè e botteghe artigianali. Qui puoi acquistare souvenir unici, come ceramiche dipinte a mano, tessuti artigianali o il celebre cioccolato Perugina.

Concediti una pausa. Ti consigliamo di assaporare proprio il cibo degli dei in una delle nostre cioccolateria del centro storico. 

Prima di concludere la giornata, fermati al Giardino Carducci, un luogo perfetto per rilassarti e godere di una vista mozzafiato sulla valle umbra. Da qui, il tramonto regala colori magici che ti rimarranno nel cuore.

Contattaci per scoprire ogni angolo nascosto, organizzando tour personalizzati, esperienze culinarie e attività che renderanno il tuo viaggio indimenticabile.

💚 Ti Aspettiamo in Umbria 💚

L’Umbria da Fiction

L’Umbria da Fiction
Benvenuti in Umbria, nel cuore verde dell’Italia, una Regione che incanta con la sua bellezza naturale e il suo fascino storico. Ma c’è qualcosa di magico nell’Umbria che va oltre i suoi paesaggi mozzafiato e le sue città medievali: è il luogo dove la magia del cinema e della televisione prende vita!
In questo viaggio cinematografico, esploreremo i luoghi incantati dell’Umbria che sono servito da sfondo per film e fiction, portando sullo schermo la ricchezza della sua cultura e della sua storia.

Città della Pieve e “CARABINIERI”
Città della Pieve caratterizzata dai suoi edifici in mattoni rossi e situata al confine tra l’Umbria e la Toscana, è stata forse la prima location in Umbria a fare da sfondo per avvincenti inseguimenti tra criminali e carabinieri, nella Fiction “Carabinieri” e che ha fatto da trampolino di lancio nella carriera da attori come Manuela Arcuri, Martina Colombari, Lorenzo Crespi…
La caserma dei carabinieri è stata collocata in via Maddalena 34 in un istituto tecnico.
Il celebre Bar Pippo, frequentato dai protagonisti della fiction, si trova invece in Piazza Matteotti, ed è ancora oggi attivo.

Assisi e “CHE DIO CI AIUTI
Assisi è stata la protagonista delle ultime stagioni della celebre fiction Rai “Che Dio ci aiuti”.
Girovagando per le strade della città, è possibile identificare gli edifici storici di Assisi che fungono da cornice alle avventure di Suor Angela, interpretata dall’attrice Elena Sofia Ricci, che attraversa il centro storico a bordo del suo ormai iconico pulmino blu. Location delle riprese sono state anche la maestosa Basilica Papale di San Francesco, la Basilica di Santa Chiara e la Cattedrale di San Rufino. Molti dei dialoghi tra Suor Angela e Suor Costanza, interpretata dall’attrice Francesca Chillemi, sono state girate, per esempio, nella chiesetta di San Giacomo de Muro Rupto.

Perugia e “LUISA SPAGNOLI”
Perugia
, la pittoresca capitale dell’Umbria, è stata il set per numerose produzioni cinematografiche e televisive: una tra queste, trasmessa nel 2016, è la serie televisiva dedicata a Luisa Spagnoli (ne avevamo parlato qui), imprenditrice lungimirante e creatrice del marchio di moda che porta il suo nome e del famoso Bacio Perugina, il cioccolatino con la nocciola ideato insieme al marito Francesco Buitoni.
La scenografia si è sviluppata soprattutto in piazza IV Novembre, tra la Cattedrale di San Lorenzo, la Fontana Maggiore e Palazzo Priori. Luisa Spagnoli, interpretata dalla bellissima e bravissima Luisa Ranieri, ha sfoggiato eleganti abiti d’epoca mentre percorreva Corso Vannucci, il corso principale di Perugia ma anche le suggestive scalette di Sant’Ercolano

“DON MATTEO” tra Gubbio e Spoleto
Gubbio
, con le sue case di pietra e i vicoli stretti, è un vero tesoro medievale che ha attirato registi di tutto il mondo. La città è stata utilizzata come primo set per il film “Don Matteo”, prima di passare. Gubbio offre un’atmosfera autentica che ha reso la serie ancora più coinvolgente per gli spettatori. A Gubbio, in particolare, sono stati utilizzati la Chiesa di San Giovanni per la canonica e la chiesa della Fiction. Nella Piazza Grande, di fronte al Palazzo dei Consolo, invece, si trovata la caserma del maresciallo Cecchini, dove è ancora posizionato il tavolo delle partite a scacchi tra Don Matteo e il Maresciallo. Le famose passeggiate in bicicletta di Terence Hill – DON MATTEO, sono girare in Via Savelli, Via Piccardi e Via Baldassini.

A Spoleto, invece, la maestosa Cattedrale di Santa Maria Assunta, conosciuta anche come Duomo di Spoleto, è la location iconica della serie. Questo capolavoro di architettura romanica ospita opere d’arte straordinarie e rappresenta uno dei luoghi più sacri della città. Nella trama di “Don Matteo”, la cattedrale ospita la Canonica, la Caserma dei Carabinieri e il Parlatorio.
Poco distante si può ammirare Piazza della Signoria dove sono state girate molte scene della Fiction. Palazzo Bufalini è stato utilizzato per le riprese in esterna della Caserma dei Carabinieri.

L’Umbria è molto più di un’incantevole regione italiana: è un mondo di possibilità per cineasti e registi che desiderano catturare la sua bellezza e il suo fascino senza tempo. Esplorare i luoghi dove sono stati girati film e fiction in Umbria è un modo affascinante per scoprire la regione da una prospettiva unica, attraverso gli occhi dei creatori cinematografici che hanno reso questi luoghi indimenticabili sul grande e piccolo schermo.