Cosa fare in Umbria in Agosto? Te lo dice UmbriaSì
Agosto in Umbria è una miscela perfetta di relax, avventura e scoperta. Tra natura incontaminata, tradizioni locali ed eventi culturali, troverai tutto ciò che serve per una vacanza indimenticabile.
Ecco le nostre tre tips su cosa fare in Umbria in Agosto

Rinfrescati nella natura: fiumi, laghi e cascate.
In Agosto, l’Umbria si rivela una destinazione perfetta per una vacanza che combina natura, cultura e tradizioni. Le giornate calde possono essere rinfrescate esplorando luoghi unici come le Cascate delle Marmore, dove l’acqua e il verde si uniscono in un’atmosfera rigenerante. Puoi rilassarti sulle rive del Lago Trasimeno, concedendoti una nuotata o un giro in kayak, oppure immergerti nelle acque limpide del Fiume Nera, magari provando il brivido del rafting o semplicemente godendo della quiete di questi luoghi naturali.

Partecipa agli eventi estivi: cultura e tradizioni locali.
Il mese di agosto è anche ricco di eventi che celebrano la cultura e le tradizioni umbre. Puoi assistere ai concerti e agli spettacoli del prestigioso Festival dei Due Mondi a Spoleto o lasciarti affascinare dalle rievocazioni storiche come il Palio dei Terzieri a Città della Pieve, dove il tempo sembra tornare indietro con le sfilate in costume e le gare di tiro con l’arco. Per gli amanti del buon cibo, le sagre enogastronomiche offrono un viaggio nei sapori autentici della regione, tra tartufi, cinghiale e vini pregiati.

Vivere una vacanza slow, lontano dalla folla.
Se desideri una pausa tranquilla e rigenerante, l’Umbria è il luogo ideale per scoprire il suo ritmo rilassato. Potrai passeggiare per stradine silenziose nei borghi medievali, dove il tempo sembra scorrere più lentamente. Agosto è anche il momento perfetto per concedersi una visita alle abbazie e ai monasteri nascosti tra le colline, dove la spiritualità e la pace regnano sovrane. Approfitta di questo mese per immergerti nei piccoli piaceri della vita, come gustare un caffè in una piazza tranquilla o passeggiare tra i vigneti, godendoti il panorama senza fretta.
Ti Aspettiamo in Umbria 

Vivi un’Avventura Incredibile: Rafting in Umbria
Se sei alla ricerca di un’esperienza avventurosa e coinvolgente, il rafting in Umbria è la scelta perfetta. L’Umbria il cuore verde d’Italia offre paesaggi mozzafiato e fiumi impetuosi che si prestano magnificamente a questo sport emozionante.
L’Umbria è una delle destinazioni più affascinanti per il rafting grazie alla sua varietà di fiumi e alla bellezza naturale del territorio. Immersa tra colline verdi, boschi secolari e montagne spettacolari, la regione offre corsi d’acqua che si snodano attraverso paesaggi incontaminati, rendendo ogni discesa un’esperienza unica e indimenticabile.
I tre motivi per cui dovresti considerare il rafting in Umbria
- **Contatto con la natura:** Durante il rafting, avrai l’opportunità di vivere la natura in modo diretto, scoprendo angoli nascosti e paesaggi mozzafiato che solo il fiume può offrire.
- **Adrenalina e divertimento:** Il rafting è un’attività dinamica e avventurosa, perfetta per chi cerca emozioni forti e un divertimento assicurato, sia per principianti che per esperti.
- **Attività per tutti:** Adatta a gruppi di amici, famiglie e coppie, l’esperienza di rafting in Umbria è pensata per essere accessibile a tutti, con percorsi di difficoltà variabile e guide esperte che garantiscono sicurezza e divertimento.
In Umbria, i principali corsi d’acqua adatti al rafting si trovano lungo il fiume Nera o il suo affluente il fiume Corno, che attraversa la pittoresca Valnerina, e nelle vicinanze delle Cascate delle Marmore.
Il rafting in Umbria è un’esperienza che offre adrenalina e bellezza naturale in un unico pacchetto avventuroso. Che tu sia un esperto rafter o un principiante in cerca di emozioni, l’Umbria ha qualcosa da offrire per tutti. Con percorsi che attraversano alcuni dei paesaggi più spettacolari della regione, un’avventura di rafting qui non è solo un’attività sportiva, ma un’occasione per connettersi con la natura e scoprire il fascino dell’Umbria da una prospettiva unica.
Non perdere l’opportunità di vivere quest’estate un’avventura indimenticabile tra le rapide umbre.

Le Merlettaie del pizzo d’Irlanda dell’Isola Maggiore
All’inizio del Novecento, la marchesa Elena Guglielmi portò sull’Isola Maggiore nel lago Trasimeno la tecnica di lavorazione del merletto a punto Irlanda, ispirata alle tradizioni nate nei monasteri irlandesi alla fine del XIX secolo, secondo l’antica arte dei merletti di Venezia.
Invece di essere realizzato con ago e fuselli, la particolarità di questo merletto viene creato a uncinetto utilizzando un filato estremamente sottile. La lungimiranza della Marchesa, fu anche quella di portare da Torino, un’insegnante che potesse trasmettere l’arte del merletto a quella che fu poi la prima maestra isolana, Elvira Tosetti, alla quale fu affidata anche la fondazione e la direzione della scuola di merletto sull’isola per le giovani donne, figlie di pescatori, che sino ad allora svolgevano varie attività durante il giorno senza però percepire alcun pagamento. La scuola diede loro la possibilità e l’opportunità di ricevere una formazione professionale, imparando diverse tecniche per la creazione di tovaglie, lenzuola, vestiti, fazzolettini, guanti etc, una certa indipendenza economica (nel primo anno il loro guadagno fu di circa 390 lire, il secondo anno di circa 2300 lire) e consentire loro di contribuire alle spese familiari.
Le si vedevano sedute sull’uscio di casa dedite all’uncinetto e alle confezioni di trine. Queste fanciulle e le loro creazioni divennero ben presto stimane dalle nobil donne, clienti abituali della scuola.
Ben presto, i manufatti vennero esposti alla mostra mercato permanente delle Arti Decorative Italiane di Perugia e i campionari inviati alle Industrie Femminili Italiane di Roma, per essere venduti poi in tutta Italia e all’estero. Le trine d’Irlanda dell’Isola Maggiore divennero famose e molto apprezzate e richieste dal settore dell’alta moda, contribuendo positivamente all’economia dell’isola, specialmente in periodi di crisi della pesca.
In seguito, negli anni Trenta, con il cambio dello stile della moda e con le influenze che cominciarono ad arrivare dall’America, il merletto d’Irlanda non fu più di moda e la scuola fu costretta a chiudere.
Le donne isolane, continuarono a lavorare il merletto per il proprio corredo personale e come eredità.
Nel 1963, l‘isolana Maria Vittoria Semolesti riavviò l’attività fondando una cooperativa di merlettaie per la vendita del merletto d’Irlanda. Anche se la cooperativa chiuse nel 1975, le merlettaie continuarono a lavorare individualmente. È così che via Guglielmi, con le sue merlettaie, divenne una delle attrazioni dell’isola, attirando turisti che ammiravano il processo di creazione delle trine. Ancora oggi, è possibile trovare qualche merlettaia che lavora sull’uscio di casa.
Le ultime merlettaie dell’Isola Maggiore, tutte discendenti dalla scuola di Maria Vittoria Semolesti, operano ancora oggi. Nel centro dell’isola, nel palazzo che un tempo ospitava la confraternita di Santa Maria dei Disciplinati, è stato istituito il Museo del Merletto, che espone i lavori realizzati dalle donne dell’Isola Maggiore dal 1904 alla fine del XX secolo.



La Cascata delle Marmore
La Cascata delle Marmore, formata dal Velino e dal Nera, affluenti del Tevere, è una delle attrazioni naturalistiche più visitata in Umbria, benché sia una cascata artificiale, ha origini antichissime che risalgono già all’epoca romana, nel 271 a.C: è in questa data che il console romano Manio Curio Dentato con un ingegnoso intervento idraulico, fece costruire un canale al fine di far defluire le acque che stagnavano del Velino nella Sabina (pianura reatina), pericolose per la popolazione vicina, verso il fiume Nera. L’intervento fu cosi chiamato e conosciuto nel tempo come “Cavo Curiano”.
Altri interventi fatti per contrastare gli allagamenti nei periodi di piena dei fiumi risalgono al 1422, a cura dell’ingegnere Aristotile Fioravanti e affidati da Braccio Fortebraccio da Montone. In quest’occasione fu realizzato un nuovo canale chiamato “reatino”. Altri interventi risalgono nel 1547 da Antonio Da Sangallo, su commissione di Papa Paolo III con la costruzione di un terzo canale. Nel 1601 l’architetto Giovanni Fontana realizzò il canale “clementino” in onore di Papa Clemente III. Infine nel 1787 l’architetto Andrea Vici fece l’ultimo intervento che consegnò alla Cascata delle Marmore l’aspetto attuale.
Ad oggi la Cascata delle Marmore risulta la più alta cascata artificiale d’Europa.
CURIOSITÀ
- Il nome deriva dalla ricchezza di carbonato di calcio sulle rocce che ricorda il marmo bianco.
- Oggi la Cascata non è solo un’importante attrazione turistica e naturalistica per la ricchezza di flora e fauna, dalle alghe, muschi, felci, insetti, pesci, rettili, uccelli e piccoli mammiferi, ma è anche utilizzata per la produzione idroelettrica.
- La Cascata non è sempre aperta a pieno regime (Attenti agli orari di apertura così da non perdere questo affascinante momento!!), e questo permette di ammirare la bellezza e la ricchezza della vegetazione che si mostra quando il flusso d’acqua della cascata è chiusa. La sua apertura viene annunciata attraverso un segnale acustico. Meravigliosa la vista dell’acqua che si getta con forza e crea, nelle giornate di sole, un meraviglioso arcobaleno. È possibile accedere alla Cascate sia dal Belvedere superiore sia dal Belvedere inferiore.
- La notte le acque della cascata, quando aperte, sono illuminate da un impianto di illuminazioni a led.
- La bellezza del Parco della Cascate delle Marmore è data anche dal poter ammirare lungo il percorso le grotte che l’acqua ha scavato nei secoli con stalattiti e stalagmiti nel travertino: alcune si possono visitare e la più famosa è la GROTTA DEGLI INNAMORATI
UNA ROMANTICA LEGGENDA
Lo Gnefro, una creatura fatata e leggendaria della cultura popolare umbra, narra la storia della ninfa di nome Nera invaghita del pastore Velino. La dea Giunone, che non accettava un amore tra una ninfa e un essere umano, trasformò la ninfa Nera in un fiume. Velino, credendo che la Ninfa Nera stesse affogando in quelle acque sino ad allora sconosciute, vi si gettò. Giove però, intenerito dal puro amore, trasformò anche il pastore Velino in fiume. Da allora il fiume Nera e fiume Velino poterono stare insieme per l’eternità.
LO SAPEVI CHE
- Il soprano Gina Palmucci, profondamente innamorata del suo territorio, essendo di origini ternane, scelse come suo nome d’arte Nera Marmora;
- La Cascata delle Marmore è stata dipinta da diversi pittori e raccontate da importanti letterali come Lord Byron;
- È presente in molti film come Intervista di Federico Fellini nel 1987, la Sindrome di Stendhal di Dario Argento nel 1996, e ancora in fiction come Don Matteo;
- Nel 2011 è la location per il concerto con l’orchestra
“I Filarmonici di Roma” e nel 2012 il concerto per il “Tributo a Sergio Endrigo” di Simone Cristicchi; - Nel 2017 è protagonista della campagna pubblicitaria per la promozione del Turismo in Umbria insieme alla ex tuffatrice italiana Tania Cagnotto;
- A gennaio 2023 è stata la location per la prova in esterna della trasmissione MasterChef.

Cicloturistica I Borghi Più Belli D’Italia
Cicloturistica I Borghi Più Belli D’Italia
A partire da Euro 60,00 a persona
Partecipa alla Cicloturistica “I Borghi più Belli d’Italia” il 21 settembre 2025 a Castiglione del Lago.
Vivi un’esperienza unica tra paesaggi mozzafiato e borghi incantevoli!
Scegli la nostra offerta per goderti al meglio l’evento, con comfort, accoglienza e servizi dedicati ai cicloturisti.
Dopo una giornata sui pedali, rilassati in una struttura selezionata lungo le sponde del Lago Trasimeno, tra Castiglione del Lago, Tuoro e Passignano sul Trasimeno e scopri le eccellenze del territorio.
Prenota ora e regalati un weekend di sport, natura e bellezza!
La nostra migliore proposta è a partire da Euro 60,00 per persona
La tariffa si intende a persona e comprende:
- sistemazione in una struttura sulle sponde del Lago Trasimeno, tra Castiglione del Lago, Tuoro e Passignano sul Trasimeno
- 1 notte di pernottamento in camera doppia due letti con prima colazione
- maglia della manifestazione
La tariffa non comprende:
- Extra, mance ed offerte
- Mezzo di trasporto
- Quanto non espressamente indicato nella voce “la tariffa comprende”
Richiedi informazioni

La Grande Pedalata lungo la fascia olivata
La Grande Pedalata lungo la fascia olivata
A partire da Euro 30,00 a persona
La Grande Pedalata Lungo la Fascia Olivata Assisi – Spoleto – 2025 è l’evento di apertura di Frantoi Aperti in Umbria.
Sabato 18 ottobre 2025 in Umbria c’è la Grande Pedalata lungo la Fascia Olivata Assisi – Spoleto (tratto Trevi – Campello sul Clitunno) e nei luoghi del sito seriale UNESCO “I Longobardi in Italia: i luoghi del potere” (568-774 d.C.) e del Perugino.
Un’esperienza che coniuga la natura, il cicloturismo, l’enogastronomia, la valorizzazione del patrimonio artistico e la promozione dei luoghi di produzione dell’Olio e.v.o. che stanno sempre di più diventando luoghi multifunzionali, di accoglienza e che ospitano eventi, degustazioni e che propongono esperienze di oleoturismo in azienda.
Il percorso de La Grande Pedalata si svolge in gruppo, con partenza ed arrivo insieme. Il gruppo sarà guidato e assistito lungo tutto il percorso. Il percorso include la visita al Museo della civiltà dell’Ulivo, Il Castello di Pissignano, il Tempietto del Clitunno, Patrimonio UNESCO del sito seriale “I Longobardi In Italia. I Luoghi del Potere (568-774 D.C.), visita e pranzo a buffet con prodotti tipici del territorio umbro in un e concerto.
Programma dettagliato dell’evento
- Ore 8.00 Ritrovo a Trevi in Piazza del Comune e consegna Pacco Iscrizione
- Ore 9.00 Partenza pedalata
- Ore 9.30 Uliveto nella via dei Condotti, Ulivo Secolare
- Ore 10.30 Sosta merenda in un frantoio storico lungo il percorso
- Ore 11.30 Sosta al Castello di Pissignano Alto
- Ore 12.30 Visita al Tempietto del Clitunno (Campello sul Clitunno) – Patrimonio UNESCO del sito seriale “I Longobardi In Italia. I Luoghi del Potere (568-774 D.C.)
- Ore 13.00 Arrivo in Frantoio, visita, pranzo e concerto (Campello sul Clitunno)
- Ore 15.30 Partenza in bici per rientro a Trevi
- Ore 17.00 Arrivo previsto a Trevi e visita del Museo
Il Costo di Partecipazione è pari a Euro 30,00 per persona
La tariffa si intende a persona e comprende:
- pacco iscrizione,
- accompagnatore ciclo – escursionistico FIAB
- assistenza lungo il prcorso
- ingresso nei luoghi della cultura
- pranzo
- concerto
La tariffa non comprende:
- Extra, mance ed offerte
- Mezzo di trasporto
- Quanto non espressamente indicato nella voce “la tariffa comprende”
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Sulla Via della Ceramica
Sulla Via della Ceramica
A partire da Euro 195,00 per persona
Se nel viaggio e nella vacanza in Umbria non ti accontenti di vedere ma vuoi approfondire, comprendere, conoscere potrai lasciarti affascinare dalla maestria di sapienti artigiani che nelle loro botteghe tramandando da generazioni un sapere prezioso lavorando la ceramica
1° Giorno
Arrivo nel primo pomeriggio. Deruta, la città per antonomasia delle maioliche artistiche, tra le più apprezzate e conosciute nel mondo. Il decoro “raffaellesco” caratterizza tutta la produzione: sono intrecci veloci di foglie, uccelli e altri animali con motivi moreschi, e i colori prevalenti di questo tipo di ceramica sono il blu cobalto intenso e il giallo su smalto bianco che impreziosisce il tutto. In particolare nel ex convento di San Francesco, vale la pena visitare il Museo Regionale della Ceramica, che documenta secoli di questa attività. A seguire visita di un laboratorio artigianale.
Sistemazione in struttura e pernottamento.
2° Giorno
Dopo la prima colazione ci si sposta a Gubbio. La fama della ceramica di Gubbio è legata al nome di Mastro Giorgio, le cui originali maioliche dai riflessi rubino e oro pallio, sono tutt’oggi oggetto di studio da parte di artisti di tutto il mondo. A questo tipo di lavorazione si affianca la lavorazione dei famosi vasi neri e lucidi chiamati buccheri, che ripetono le forme e i fregi degli antichissimi modelli originali etruschi.
Giro turistico con il Gubbio Express.
Pranzo libero
Nel pomeriggio ci si sposta a Gualdo Tadino, luogo in cui la produzione della ceramica era avviata già nel lontano Trecento e che ha visto una riscoperta alla fine dell’Ottocento da parte di Paolo Rubboli del lustro oro rubino, secondo la formula araba descritta da Cipriano Piccolpasso, per la ceramica gualdese si apre una rinnovata stagione artistica. Ingresso alla Rocca Flea
Pernottamento.
3° Giorno
Dopo la prima colazione si conclude il viaggio a Orvieto. Col passare dei secoli si era persa traccia dell’antica attività, fino agli inizi del Novecento, quando la riscoperta di reperti risalenti al Medioevo ne ha risvegliato l’impulso ad una produzione ricca e fiorente. Verrà messa a disposizione la Orvieto Carta Unica per la visita dei principali monumenti.
La nostra migliore offerta è a partire da € 195,00 a persona
La quota a persona comprende:
- 2 notti di pernottamento in camera doppia/matrimoniale con prima colazione
- Ingresso al Museo Regionale della Ceramica
- Visita di un laboratorio artigianale a Deruta
- Giro turistico con il Gubbio Express
- Ingresso alla Rocca Flea
- Orvieto Carta Unica
- Assicurazione Europ Assistance
La quota non include:
- Extra, mance ed offerte
- Mezzo di trasporto
- City tax da saldarsi in loco (se prevista)
- Quanto non espressamente indicato nella voce “la tariffa comprende”
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Gubbio un viaggio nel tempo tra storia, leggende e gusto
Immagina di passeggiare tra vicoli di pietra antica, con il profumo di tartufo che si mescola all’aria fresca di montagna. Gubbio è un tuffo nel passato, un borgo che sembra sospeso nel tempo, pronto a regalarti un’esperienza autentica, tra cultura, panorami mozzafiato e delizie gastronomiche.
La giornata inizia con l’arrivo in Piazza Quaranta Martiri, dove la nostra guida ti accoglierà per svelarti i segreti di questa città unica. Da qui, saliamo verso Piazza Grande, una terrazza sospesa tra cielo e pietra, da cui lo sguardo si perde sulle colline umbre. Visitiamo il maestoso Palazzo dei Consoli, custode delle antichissime Tavole Eugubine, testimonianza della civiltà umbra.
Ma il vero spettacolo lo troviamo ancora più in alto: una corsa in funivia ci porta alla Basilica di Sant’Ubaldo, dove ci aspetta una vista indimenticabile sulla città e la storia del santo patrono di Gubbio, protagonista di tradizioni secolari come la celebre Festa dei Ceri.
A questo punto, l’appetito si fa sentire e non c’è modo migliore di soddisfarlo che con un pranzo tipico in una trattoria storica. Gubbio è la terra della crescia calda, dei primi piatti al tartufo e dei secondi succulenti, magari accompagnati da un calice di vino. Un viaggio nei sapori umbri che non si dimentica facilmente.
Dopo pranzo, la nostra passeggiata ci porta verso la Chiesa di San Francesco, dove si narra della straordinaria amicizia tra il Santo di Assisi e il lupo di Gubbio, una storia che ancora oggi riecheggia tra queste mura sacre. Poi, un po’ di tempo libero: puoi perderti tra le botteghe di artigianato locale, scoprire la ceramica tradizionale eugubina o lasciarti conquistare dai prodotti tipici da portare a casa come souvenir.
Nel tardo pomeriggio, con il cuore colmo di bellezza e le mani forse cariche di prelibatezze, ci salutiamo con la promessa di tornare. Perché Gubbio non è solo una meta, è un’esperienza che resta dentro.
Vuoi scoprire Gubbio in un giorno? Contattaci per un’escursione su misura!
Ti Aspettiamo in Umbria 

I dolci di Carnevale in Umbria
L’antico detto latino recita “semel in anno licet insanire – una volta l’anno è lecito impazzire”.
Le Origini del Carnevale
Il fil rouge che lega il Carnevale, la festa della maschera o del mascheramento per eccellenza, in tutto il mondo pare essere proprio il concetto quanto più lontano da quello che i romani chiamavano mos maiorum, il buon costume, la morale.
Ma prima di arrivare ai romani, facciamo qualche passo indietro.
L’origine del Carnevale risale a be 4000 anni fa con gli egizi e i riti in onore di Iside, Dea della fertilità.
Con i romani , la Festa del Carnevale, viene fatta coincidere con i Lupercali, in onore del Dio Luperco, simbolo della fertilità romana. Il periodo, sia per egizi che per i romani, viene celebrato a fine febbraio.

Tra sacro e profano
Il Carnevale, tra banchetti, feste e maschere, diviene così una sorta di “livella” sociale: un travestimento che nasconde lo status di appartenenza e permette a tutti di mettere da parte la rigidità morale per un giorno.
Con il Cristianesimo, il Carnevale dal latino “carnem levare”, il martedì grasso diviene l’ultimo giorno mangiare carne prima di astenersi dal consumarla durante il periodo della Quaresima ma anche l’ultima occasione per riempirsi la pancia di dolci ricchi di zuccheri!
I dolci di Carnevale in Umbria
Che sia egizio, romano o cristiano, i “motivi” del Carnevale sono il travestimento (il mascherarsi) e il consumo di cibo, soprattutto dolci!
Vediamo quali sono quelli tipici in Umbria:
- Le Frappe
Striscioline di sfoglia dolce a forma di fiocco. Ricoperte di zucchero alchermes o ancora miele, possono essere sia fritte (come da ricetta originale) che nella variante più “light” al forno. Il risultato è in ogni caso una sfoglia croccate, dolce e gustosa.

- Le Castagnòle
Il nome deriva proprio dal ricordare delle piccole castagne con la loro forma tondeggiante. L’impasto è composto di farina, uova, zucchero, lievito e un liquore aromatico. Anche questi dolci, come da tradizione, sono fritti facendo particolare attenzione a farli dorare fuori e cuocere ben bene dentro, aiutandoli a restare tondi durante la cottura muovendo la padella in senso rotatorio. Ricoperti poi da zucchero, miele o alchermes.
- Gli Strufoli
Tradizionali del Perugino, ricordano le castagnole con la differenza di avere una pasta più morbida e sono, diversamente, di dimensioni più grandi. Sono poi ricoperti da dolcissimo miele colante.

- La Cicerchiata umbra
Dal nome della Cicerchia umbra, un legume tondeggiante, la cicerchiata è corona di palline dolci e ricoperte di miele.

- La Crescionda spoletina
Con questo dolce ci spostiamo a Spoleto con la sua Crescionda.
Originariamente preparata con brodo di gallina, o lo strutto, infatti conosciuta anche come “crescia unta” per essere particolarmente grassa, si aggiungeva poi zucchero, formaggio, cioccolato e pangrattato. O ancora la versione preparata con le mele e frutta secca. Oggi la sua ricetta sposa la modernità utilizzando cioccolato, latte e amaretti. E’, altresì, riconosciuta come Prodotto Agroalimentare Tradizionale Umbro.

Credit foto:
UmbriaTourism
Antonio Gravante
Forchettiere.it
Ricette “2Amiche in Cucina”

Le leggende di San Valentino
La storia di San Valentino di Terni è avvolta nel mistero e nel folklore, e diverse leggende si sono intrecciate nel corso dei secoli. San Valentino è venerato come patrono degli innamorati e la sua festa, il 14 febbraio, è celebrata in tutto il mondo.
Valentino era un Vescovo cristiano, originario di Terni, morto martire a Roma il 14 febbraio nel 273 d.C.
Fu deposto a Terni nella Basilica dove ancora oggi si trovano le sue reliquie.
Una delle leggende più conosciute narra che l’Imperatore Claudio II nel III secolo d.C aveva emanato un decreto che vietava i matrimoni per i giovani uomini, credendo che i single fossero migliori soldati. Tuttavia, Valentino disobbedì a questo decreto e continuò a celebrare matrimoni segreti per le giovani coppie.
Quando la sua disobbedienza fu scoperta, Valentino fu arrestato e portato davanti all’Imperatore
Durante il periodo di detenzione, la leggenda narra che Valentino abbia guarito la cecità della figlia del suo carceriere e che, prima della sua esecuzione, avesse scritto una lettera d’addio alla giovane, firmandola con le parole “Dal tuo Valentino“. Questa storia ha contribuito a consolidare l’associazione di San Valentino con l’amore romantico.
Un’altra versione della storia di San Valentino suggerisce che San Valentino potrebbe essere stato martirizzato per aver aiutato i cristiani perseguitati durante il regno di Claudio II.
E ancora una leggenda racconta che Valentino un giorno vide due giovani innamorati litigare e porse loro una rosa invitandoli a mantenerla insieme per farli riconciliare e fece poi volare intorno loro dei piccioni, da qui l’espressione “piccioncini”.
In ogni caso, la figura di San Valentino divenne rapidamente un simbolo di amore e devozione, e la sua festa fu associata all’amore romantico nel corso dei secoli.