La Crescia

La Contessa: una porta tra terra e mare

Ti raccontiamo


La Crescia

La Crescia, specialità semplice e genuina, ma con radici profonde nel territorio eugubino e simile a una focaccia, è uno degli alimenti più antichi della zona, con origini che risalgono alla civiltà degli Antichi Umbri. Il suo antenato diretto è la “mefa”, menzionata nelle Tavole Eugubine come un’offerta sacra al dio Fisovio durante le cerimonie rituali. Questo pane rituale non solo nutriva i corpi, ma cementava i legami comunitari.

Catone il Censore, nel suo “De agri cultura”, descrive una preparazione simile chiamata “placenta”. Questo alimento accompagnava i pasti nell’antica Roma e la sua preparazione meticolosa è un riflesso della cura e della dedizione che ancora oggi caratterizzano la cucina umbra.

Dalla Tradizione alla Modernità
Nel corso dei secoli, la Crescia è rimasta un alimento centrale nella dieta locale, trasformandosi da semplice pane quotidiano a delizia farcita per i giorni di festa. In passato, la Crescia era cucinata su pietre piatte chiamate “panaro”, scaldate sotto i carboni ardenti. Oggi, il panaro di ghisa ha preso il posto di queste pietre, permettendo di cucinare la Crescia anche nelle moderne cucine a gas.

L’impasto della Crescia è fatto con ingredienti semplici: farina di grano tipo 0, acqua, sale e un agente lievitante. Dopo una breve lievitazione a temperatura ambiente, viene stesa a mano e cotta sul panaro, tradizionalmente in un camino a legna o su una piastra a gas. La cottura dura circa 15 minuti, al termine dei quali la Crescia viene tagliata e farcita con prodotti locali, come salumi, formaggi, verdure e, nei giorni di festa, carne di pollo, oca o coniglio.

La Crescia, con la sua semplicità e bontà, è il simbolo perfetto di questo legame indissolubile tra passato e presente.

Unisciti a noi in questo viaggio alla scoperta delle meraviglie del nostro territorio e delle sue ricche tradizioni!


Festa dei Ceri a Gubbio

Ogni anno, il 15 maggio, Gubbio si prepara alla Festa dei Ceri, un’antichissima quanto folkloristica tradizione popolare che trae le sue origini, quelle pagane, da antichi riti propiziatori che gli ikuvini (l’originario nome italico degli Eugubini) dedicavano alle divinità presenti nelle sette Tavole di Gubbio, in particolare la Dea Cerere e che oggi sono custodite nel Palazzo dei Consoli.
Un’altra origine, prettamente cristiana, celebra il Patrono di Gubbio, Sant’Ubaldo a partire dal maggio del 1160, nella ricorrenza della sua morte.

La Festa dei Ceri è una tradizione molto sentita dagli Eugubini e che racconta la storia di un popolo che trae dalle sue radici la forza d’essere: tra i protagonisti di questa festa ci sono i Ceraioli, coloro che portano il Cero e che li coinvolge anche come tradizione da tramandare di padre in figlio.

I Ceri, custoditi nella Chiesa di Sant’Ubaldo durante l’anno, sono strutture in legno costruiti con la forma di prismi ottagonali che si sovrappongono. Al fine di rinforzare la struttura, all’interno del prisma di legno  vi è  un telaio composto da un asse e la parte che fuoriesce si chiama “timicchione”: quello posto in alto diventa il supporto per issare il Santo, mentre quello in basso chiamato “barella”, viene utilizzato dai Ceraioli per trasportarlo durante la corsa attraverso le vie della cittadina sino a raggiungere il Monte Igino, ove si trova la Basilica del Santo con le spoglie riposte nel 1194.
I Santi che invece sono trasportati sui Ceri dai Ceraioli sono, oltre a Sant’Ubaldo, San Giorgio, Sant’Antonio, nell’ordine in cui sfilano. Se Sant’Ubaldo è il Patrono di Gubbio, San Giorgio è il protettore dei commercianti e Sant’Antonio dei contadini.

Il percorso della Corsa dei Ceri, che parte dalla Chiesa dei Neri, è lungo circa 4 km e termina poi con una grande festa tra i vicoli caratteristici di Gubbio tra assaggi enogastronomici, spettacoli e musica.

 

Insomma una vera e propria festa, sentita e amata dagli Eugubini quanto da tutto il popolo umbro e che richiama ogni anno tanti visitatori e turisti, curiosi di scoprire un’antica tradizione ricca di storia e peculiarità.

 Dal 1973 i Ceri sono finanche diventati il simbolo della Regione Umbra.

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Cosa fare in Umbria in Maggio? Te lo dice UmbriaSì

Maggio è uno dei periodi migliori per visitare l’Umbria: la primavera è al suo culmine, le giornate sono lunghe e il clima è perfetto per esplorare.

Ecco le nostre tre tips su cosa fare in Umbria in Maggio

Scopri il trionfo della natura con passeggiate ed escursioni 

In maggio, i paesaggi umbri esplodono di colori e profumi. Approfitta delle temperature miti per esplorare i Monti Sibillini o il Parco del Monte Subasio con sentieri perfetti per trekking e passeggiate panoramiche. Un’altra esperienza unica è una visita al Lago Trasimeno, dove potrai fare un giro in barca verso le sue isole o rilassarti con una passeggiata sulle rive fiorite. Per chi ama i fiori, i prati e le colline sono un tripudio di bellezza naturale che invita a fermarsi per un picnic. Da non perdere una bella passeggiata insieme agli alpaca.

Immergiti nelle tradizioni locali: le Infiorate e le feste di maggio 

Maggio in Umbria è anche un mese ricco di tradizioni e feste. Non perdere le Infiorate di Spello, dove le strade si trasformano in opere d’arte fatte di petali colorati, un evento unico che celebra la primavera con creatività e fede. Anche i borghi umbri, come Gubbio con la Festa dei Ceri, offrono manifestazioni che uniscono storia e folclore in un’atmosfera vibrante e autentica.

Assapora la primavera con esperienze enogastronomiche

Maggio è perfetto per degustare i sapori autentici dell’Umbria in contesti incantevoli. Partecipa a un pranzo all’aperto in un agriturismo immerso nel verde, dove potrai gustare piatti primaverili come la crescia umbra e gli asparagi selvatici. Abbina il tutto con un calice di vino bianco fresco, magari un Grechetto prodotto nelle cantine di Torgiano o Montefalco. Per una giornata diversa, visita i frantoi aperti o i mercati agricoli, dove potrai acquistare prodotti freschi e artigianali.

💚 Ti Aspettiamo in Umbria 💚

Hub Hotel

Hub Hotel

Completamente rinnovato nel 2023, Hub Hotel è situato nella immediata periferia di Gubbio, facilmente raggiungibile, a soli 800 metri dal centro storico, una breve passeggiata.

Confortevoli alloggi dotati di bagno privato con doccia walk in, connessione wi-fi in fibra, prima colazione a buffet.

Ristorante Giransole, naturalmente buono, per assaporare la cucina tipica umbra rivisitata dalle esperte mani dello Chef Enrico.

Prodotti a km zero, verdure dell’orto e tenere carni locali cotte a bassa temperatura, il tutto da gustare negli ambienti interni climatizzati o all’aperto, sul prato antistante.

Ampio parcheggio auto, parcheggio coperto per moto, parco e giardino per i momenti di relax, una nuovissima bike room videosorvegliata, per rimessa bici con angolo officina e ricarica e-bikes.

Sale meeting attrezzate, di varie dimensioni, spazi per incontri di lavoro, riunioni aziendali e convegni.

Servizi

Accesso disabili

Accettazione gruppi

Ammessi animali piccola taglia

Aria condizionata

Ascensore

Asciugacapelli

Bar

Campo da calcio

Cassetta di sicurezza

Centro benessere/SPA

Frigo-bar

Garage

Giochi per bambini

Gluten free

Golf

internet - Wi-fi gratuita

Lavanderia

Noleggio bici

Palestra

Parcheggio

Parco/Giardino

Piscina

Piscina coperta

Ristorante

Sala Congressi

Sauna

Solarium

Tennis

Transfer da/per aeroporto

TV - TV Sat

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    Hotel San Marco

    Hotel San Marco

    L’Hotel San Marco è situato nel centro storico della città medievale di Gubbio ed è il luogo ideale per un soggiorno all’insegna della cultura, dell’arte e dell’enogastronomia locale.

    La struttura conserva intatta l’atmosfera medievale dell’Hospitale di S. Maria della Carità, struttura di accoglienza per pellegrini, risalente al XII secolo, dalla cui sapiente e accurata ristrutturazione è ricavato.

    Gli arredi sono realizzati dall’arte esperta di artigiani locali. Nelle stanze, in base alla tipologia, troverete letti e punti luce in ferro battuto a mano, mobili in legno di noce e pavimento in cotto.

    Alcune camere sono rese ancora più caratteristiche dai soffitti con travi in legno, dalla pietra medievale e da una collezione privata di quadri realizzata da un affermato artista Eugubino Alessandro Campanella.

    Il tutto contribuisce a raccontare e ricordare la tradizione Eugubina.

    L’Hotel dispone di ampi spazi dove rilassarvi sia all’interno, con una elegante e spaziosa hall e all’esterno, dove troverete il nostro giardino privato che renderà ancora più piacevole il Vostro soggiorno e dove anche i Vostri bambini potranno tranquillamente usufruire del nostro piccolo parco giochi.

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      Hotel Gattapone

      Hotel Gattapone

      Situato in un palazzo medievale, in una posizione strategica ed esclusiva nel centro storico della città.

      Hotel Gattapone, con il suo restyling avvenuto nel 2023, si presenta con un progetto di ospitalità che propone un fit personalizzato, in modo che ogni giorno passato in hotel sia un giorno da ricordare.

      Le 17 camere dell’Hotel sono arredate con grande cura e gusto, pensate per creare un’esperienza capace di esaudire le aspettative di diversi profili cliente.

      Dalle finestre di molte stanze è possibile ammirare un magnifico panorama che si apre nel borgo medievale.

      L’ambiente caldo e familiare, permette all’ospite di trascorrere un piacevole e rilassante soggiorno.

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        Cosa fare in Umbria in Aprile? Te lo dice UmbriaSì

        L’Umbria in aprile si veste di primavera, offrendo un mix perfetto di tradizioni, spiritualità e natura rigogliosa.

        Con la Pasqua in arrivo, questo mese diventa un momento speciale per scoprire il cuore verde d’Italia.

        Ecco le nostre tre tips su cosa fare in Umbria in Aprile

        Vivi le suggestive celebrazioni pasquali

        La Pasqua in Umbria è un’esperienza spirituale e culturale unica. Assisti alle celebrazioni religiose nei luoghi simbolo come la Basilica di San Francesco ad Assisi o la Cattedrale di San Lorenzo a Perugia. Nei borghi, come Gubbio o Orvieto, le tradizioni pasquali si animano con rievocazioni storiche, processioni e eventi che coinvolgono tutta la comunità. La Processione del Venerdì Santo a Todi, per esempio, è un momento suggestivo e carico di emozione.

        Immergiti nella natura fiorita

        In aprile, la natura umbra è al suo massimo splendore. Concediti passeggiate tra i prati fioriti e gli uliveti, oppure esplora i sentieri del Monte Subasio o del Parco del Lago Trasimeno, dove i panorami mozzafiato si uniscono al clima primaverile perfetto. Approfitta della stagione per un picnic all’aria aperta o per esplorare i giardini fioriti delle ville storiche.

        Assapora i sapori autentici della Pasqua

        La cucina umbra celebra le tradizioni pasquali con piatti unici. Non perderti la Torta di Pasqua, un delizioso pane salato da gustare con capocollo e formaggi locali, o il classico agnello al forno. Visita i mercati locali per scoprire prodotti freschi e dolci tipici come la Ciaramicola, una torta di pasta frolla ricoperta di meringa e zuccherini colorati. Completa il tuo viaggio con un calice di vino Grechetto o Sagrantino, perfetti per esaltare i sapori umbri.

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        La storia e le ricette della Pasqua in Umbria

        Ci si avvicina alla Pasqua e sulle tavole umbre, imbandite di leccornie e decorate dai profumi della primavera con i suoi colori e il dolce suono delle tortore canterine, non possono mancare due piatti tradizionali della cultura e enogastronomica umbra: il dolce Ciaramicola da gustare per la colazione oppure a fine pasto abbinato con un Vin Santo umbro da Grechetto e Trebbiano,  e la Torta al formaggio che accompagna salumi e antipasti ricchi e saporiti.

        La Ciaramicola e le sue origini
        Una ciambella conosciuta nei borghi perugini già nel XV secolo, è un dolce lievitato ricoperto di candida meringa e arricchita a adornata da colorati confettini. Il suo impasto interno di presenta di un coloro rosso/rosato conferito dal liquore che si utilizza per questo dolce: l’Alchermes, a base di cocciniglia, acqua di rose, vaniglia, cannella, chiodi di garofano e coriandolo. Un liquore italiano molto amato dalla famiglia dei Medici.

        Il nome Ciaramicola, etimologicamente, deriverebbe da diverse sfumature di significato:

        • Da Ciaramella: per la circolarità della sua forma;
        • Da Ciarapica: il nome dialettale della Cinciallegra, l’uccello della primavera;
        • Da Ciara: in riferimento alla meringa fatta da albume d’uovo o dalle chiare dell’uovo.

        La tradizione poi vuole che la Ciaramicola fosse un dolce che le fanciulle regalassero a Pasqua ai loro futuri mariti come buon auspicio.

        Un’altra tradizione importante del territorio umbro è legata alla festa di Sant’Ubaldo, patrono di Gubbio. In un testo del 1431 si legge, infatti, che la Ciaramigola venne fatta preparare e offrire agli eugubini in occasione della festa del Santo il 15 maggio.

        Infine, capita spesso di trovare la Ciaramicola con 5 “ciuffetti” di meringa, in rappresentanza de cinque Rioni Perugini: Porta Santa Susanna rappresentata dal colore azzurro dei confettini (per l’orientamento verso il Lago Trasimeno della Porta), Porta Eburnea dal colore verde (gli orti), Porta Sant’Angelo dal colore rosso (la spada dell’Angelo), Porta San Pietro dal colore giallo (come il grano), Porta Sole bianca come la meringa e come la luce del sole (il sole infatti è il simbolo di questa Porta).

        La ricetta della Ciaramicola
        Ingredienti per la ciambella:

        • 550gr di farina 00
        • 250 gr di zucchero
        • 150gr di strutto (alternativa burro)
        • 4 uova
        • 1 bustina di lievito per dolci
        • Scorzetta di 1 limone
        • 200ml di Alchermes

        Ingredienti per la meringa:

        • 100 gr di albumi
        • 200 gr di zucchero
        • 1 cucchiaino di cremar tartaro

        Per la decorazione:

        • Confettini di zucchero colorati

        Procedimento:
        Cominciamo col montare uovo e zucchero fino a ottenere una spuma omogenea alla quale aggiungeremo la farina e il lievito setacciati, lo strutto a temperatura ambiente, la scorzetta di limone grattugiata ed infime l’Alchermes. Dopo aver amalgamato tutti gi ingredienti, la versiamo in una teglia imburrata. In forno per 45 minuti circa a 160°C.
        Per la meringa montiamo a neve ad alta velocità gli albumi con il cremar tartaro e gradualmente lo zucchero. Dovrà risultare ferma, soffice e lucida.
        Una volta che la ciambella sarà fredda, la ricopriamo di meringa e infine con gli zuccherini colorati.  Di nuovo in forno per 25 minuti per far cuocere la meringa a 90°C.

        La Torta al formaggio
        Un lievitato ricco di formaggio e sapori tipico delle festività Pasquali in Umbria ma che si mangia e consuma tutto l’anno proprio per la sua bontà, la semplicità e la facilità di abbinamento con i salumi, soprattutto il capocollo e la norcineria.
        Non di rado la Torta al Formaggio viene mangiata a colazione la mattina di Pasqua, ecco perché è conosciuta anche con il nome di Torta di Pasqua.
        Nel De Agri Coltura, Catone scrive di una torta al formaggio famosa soprattutto a Tuoro sul Trasimeno.

        La ricetta della Torta di Pasqua

        Ingredienti:

        • 500gr di farina 00
        • 100gr di parmigiano grattugiato
        • 75gr di pecorino grattugiato
        • 10gr di lievito di birra
        • 100 ml di olio evo
        • 150m di latte
        • 100gr di formaggio emmentaler
        • 4 uova
        • 10gr di sale
        • Pepe qb

        Procedimento
        Iniziamo con il sciogliere il lievito del latte intiepidito. In una terrina, mescolare farina, pecorino e parmigiano, uova, il latte con il lievito ed infine l’olio a filo e cominciare ad impastare bene fino a fare amalgamare bene tutti gli ingredienti e a ottenere un panetto omogeno e liscio. Aggiungere il sale, il pepe e l’emmentaler a tocchetti molto piccoli o grattugiato. Porre l’impasto in uno stampo imburrato e lasciarlo lievitare per 2 ore poi infornarlo a 180°C per circa un’ora.

         

         

        Copyright foto Torta al Formaggio by Spicchio d’Aglio

         

        Le Donne dell’Umbria

        In occasione dell’8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, vogliamo celebrarlo con alcune delle figure femminili, simbolo dell’Umbria, terra ricca di storia, arte, cultura e spiritualità. Luisa Spagnoli, la Marchesa Elena Guglielmi, Maria Vittoria Semolesti, Santa Chiara d’Assisi e Santa Rita da Cascia…Donne simbolo di spirito imprenditoriale, fede e devozione, e ancora valori universali di forza, coraggio e indipendenza, che continuano ad ispirare donne e uomini di tutto il mondo.

        Luisa Spagnoli
        Un nome che evoca immediate immagini di moda raffinata e golosità cioccolatose. Tuttavia, il suo retaggio va ben oltre le passerelle e le prelibatezze.
        Dopo le devastazioni della Seconda Guerra Mondiale, Luisa Spagnoli si appassionò ai coniglietti d’angora iniziando non solo a crearne una collezione, ma a intuire un segreto che avrebbe rivoluzionato il mondo della moda: l’arte di pettinare, piuttosto che tosare, questi animaletti.
        Un gesto gentile che permetteva di ottenere un filato dalla morbidezza senza precedenti, un tessuto che coccolava la pelle come nessun altro.

        E che dire dei suoi deliziosi cioccolatini? Il Bacio Perugina è un nome conosciuto in tutto il mondo, ma c’è un’altra tavoletta che porta il suo nome, una creazione che alcuni perugini chiamano affettuosamente “Carrarmato “, forse come omaggio alla sua tenacia e alla sua forza d’animo.

        Santa Chiara d’Assisi
        Nata ad Assisi nel 1194, nata Chiara Offreduccio degli Scifi, meglio conosciuta come Santa Chiara, fu una figura rivoluzionaria del suo tempo. Amica e seguace di San Francesco, Chiara rinunciò alla sua vita agiata per abbracciare una vita di povertà e servizio. Fondatrice dell’Ordine delle Clarisse, mise al centro della sua esistenza la preghiera e la dedizione agli altri, diventando un modello di forza interiore e determinazione.

        Santa Rita da Cascia
        Santa Rita, nata Margherita Lotti a Roccaporena, vicino a Cascia, nel 1381, è conosciuta in tutto il mondo come la santa dei casi impossibili. La sua vita fu segnata da grandi sofferenze e sfide, dalla sua giovinezza, quando fu costretta a sposarsi contro la sua volontà, fino alla morte dei suoi figli e alla malattia del marito. Nonostante le avversità, Santa Rita trovò rifugio nel monastero agostiniano di Cascia, dove visse fino alla sua morte nel 1457. La sua tomba, situata nel Santuario di Santa Rita da Cascia, attira ogni anno migliaia di fedeli e visitatori, testimoniando il potere della speranza e della perseveranza anche nelle situazioni più disperate.


        Elena Guglielmi e Maria Vittoria Semolesti 
        All’inizio del Novecento, la marchesa Elena Guglielmi portò sull’Isola Maggiore nel lago Trasimeno la tecnica di lavorazione del merletto a punto Irlanda, ispirata alle tradizioni nate nei monasteri irlandesi alla fine del XIX secolo, secondo l’antica arte dei merletti di Venezia. Invece di essere realizzato con ago e fuselli, la particolarità di questo merletto viene creato a uncinetto utilizzando un filato estremamente sottile. Nel 1963, l‘isolana Maria Vittoria Semolesti riavviò l’attività fondando una cooperativa di merlettaie per la vendita del merletto d’Irlanda.

        La Bastiglia Boutique Hotel Spa & Ristorante

        La Bastiglia Boutique Hotel Spa & Ristorante

        In questo hotel elegante e suggestivo, arroccato nel centro storico di Spello, nella parte più alta e panoramica dell’incantevole borgo medievale, collezioni di mobili antichi, ceramiche, quadri e sculture d’ autore arredano l’interno delle secentesche mura in pietra, coniugando raffinatezza e design moderno.

        Situato in posizione tranquilla, tra gli argentei ulivi della Valle Umbra, offre una magnifica vista di Assisi (6 km distante), adagiata alle falde del Parco del monte Subasio, la montagna incantata di San Francesco.

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